ll numero uno delle principale impresa delle costruzioni italiane, Franco Salini, amministratore delegato di Webuild, in una lettera inviata pochi giorni fa al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, analizza nel dettaglio le mosse compiute dal governo per far fronte al caro-materiali, soffermandosi in particolare sul meccanismo di revisione obbligatoria dei prezzi introdotto con il decreto Sostegni-ter.
Salini evidenzia che il nuovo meccanismo non solo non basta, ma rischia di creare ulteriori problemi tra imprese e stazioni appaltanti, generando una spirale di contenziosi e riserve.
Infatti il nuovo sistema di revisione prezzi (coprendo solo l’80% dei maggiori costi sopportati dall’impresa in aggiunta all’alea del 5% comunque addebitata agli imprenditori) «costituirebbe un netto peggioramento per le posizioni degli operatori del settore anche rispetto al sistema previsto dal precedente D.L. n. 73/2021 che prevedeva il 100% del riconoscimento dell’importo (non l’80%) pur con un’alea del 8%».
La proposta avanzata dall’Amministratore delegato di Webuild è di mettere sullo stesso piano vecchi e nuovi contratti «eliminando il riferimento al rispetto del cronoprogramma